lunedì 10 novembre 2008

Pss pss.



Minaccioso giunge il giorno carico di obblighi e doveri e non intende aspettare.
Devo uscire; il mondo, quello stramaledetto, esige la mia presenza, e per ora lo accontento.
Le scale del palazzo sembrano srotolarsi all’infinito e la strada mi accoglie malvolentieri.
E come odio la metropolitana oggi..la mia percezione dei suoni li trasforma in rumori che diventano barriera e i colori delle persone si sciolgono in una maschera mostruosa.
Mi siedo.
Chiudo gli occhi. E sono altrove.
“Pss Pss” sento fare vicino a me. Apro gli occhi e mi guardo intorno..alla mia destra c’è una vecchia signora che mi guarda sbigottita da quando sono salita sul vagone (saranno i jeans con lo strappo strategico underground a lasciarla perplessa interrogandosi sulla mia moralità?) e di fronte un bimbo che tira pugni sul ginocchio del padre che non vuole ascoltarlo. Non credo che sia stato uno di codesti personaggi a psspssarmi…mmm eppure l’ho sentito tanto vicino che mi è sembrato di avvertire un leggero soffio quì, vicino il collo.
Ma alla mia sinistra non c’è nessuno.
Mmmm okkey succede, le allucinazioni sonore dribblano perfino il cervello delle pulzelle d’orleàns, perché non dovrebbe capitare a me?
Chiudo gli occhi. E non ci penso.
“Pss Pss dico a te.” e stavolta sono sicura! E mi guardo intorno..niente, accidenti! Oggi picchio qualcuno, sono certa che va a finire così.
Il treno rallenta, e poi si ferma…come un coccodrillo in agguato sotto la superficie dell'acqua.
La vecchia scende alla fermata, non prima d’avermi squadrata un’ultima volta, e l’uomo di fronte a me strattona il bimbo e lo spinge fuori dal vagone.
E beh non c’è nessuno per almeno un'intera fermata, e chi se la perde questa cosa?
Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi 20 nanosecondi.
“uè Pss Pss ma che non ci senti? O non mi vedi?”
- Maronnè macchiccacchiosei?
“Ma chi vuoi che sia, lo spirito dei natali passati? O il pappagallo di Robinson? Sùsù sono io, ma ho poco tempo, perciò ascolta bene ciò che ti dico.”
- Ma sei tu chi?...solo due parole: che stress. Non sarei mai dovuta uscire!
“Sì va bene, però adesso stammi a sentire: passavo di qui perché stavo cercando una cosa.”
- Ah, e cosa?
“Niente. L’anima.”
- Cacchio! E l’hai trovata?
“No macchè!”
- Ma come l’hai persa?
“Ma mica la mia, te l’ho detto, non sono un fantasma!”
- E allora? Ma di che stai parlando spiegati! Quale anima?
“La tua, la tua. Ultimamente l’ho vista un po’..come vogliamo dire..sbiadita?..scolorita?”
- Che ne so come vogliamo dirlo, lo chiedi a me?
“Beh sta cosa non mi piace affatto. E quindi ho pensato di passare a controllare dal vivo.”
- E che devo dirti, grazie. Ma quindi, dicevi, non la trovi? Scusa se ti chiedo ma m’hai fatto venì una certa ansia.
“Meno male! Qualcosa allora ancora ti tange!”
- D’accordo ma la vedi o no??
“Mbah..ora che ti guardo da vicino…sì la intravedo…ma non sta bene che la lasci così.”
- Così come scusa, spiegati!
“Beh, chessò..sfilacciata..mi sembra sfilacciata.”
- Scusa ma scolorita o sfilacciata? Non potresti essere più preciso dato l’argomento?
“mmm all’inizio non la vedevo..poi mi sono avvicinato e mi pareva tenessi l’anima scolorita, ma ora che ti guardo nel cuore la vedo decisamente sfilacciata.”
- E che devo fare??!?
“Beh è come se mi chiedessi di insegnare ad un’ostrica come si fa una perla…non te lo posso spiegare, devi farlo da te.”
- Ti pareva, che gran bella fregatura!! Ma da dove comincio?
“A volte basta la parola di un amico. E ti senti meglio. Un amico che magari neanche immagina il bene che ti fa.
A volte il raggio della luna su cui di notte appendi i tuoi sogni.
A volte il sole che brilla nell'azzurro ma tu lo conosci incastonato nel buio.
A volte l’amato con cui condividere la più profonda delle alleanze.
Quando il peso del mondo lascia segni che non vanno più via, la poetica leggerezza di un’anima che ti abbraccia, dà calore.”
- Aspetta aspetta..a volte il raggio..com’era spè!
“Ma che fai, dammi quella penna, non puoi prendere appunti su queste cose!”
- Allora vorrà dire che me li cucirò tra i fili dell’anima.
“Già.”
- Grazie.
“E di che. Per te questo e...nient’altro!!!”
Sorrido.
Chiudo gli occhi. E sono via.

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