sabato 24 gennaio 2009

La Dimensione Nascosta

Oggi mi sono svegliata presto e mi sono vestita in fretta.
Scendo le scale e il soggiorno è ancora immerso nell'ombra. Sento un tintinnio..il campanellino della mia Salomé, dolce gattina mansueta, corre su per le scale: scommetto che la solinga felina si accocolerà nel letto ancora in disordine.
Mi avvicino alla finestra e la strada sembra fredda, deserta, sconosciuta. Mi sembra di vedere qualcosa fuori che si muove nell'oscurità, ma scaccio via il pensiero, è solo un'ombra.
L'alba autunnale tarda ad arrivare, eppure giunge ogni giorno..ma quando se ne va sembra non debba più tornare.
Rimango incantata a guardare dalla finestra, ma ciò che prima sembrava un quadro perfetto ora è solo una miscellanea di colori che non riconosco.
E penso a quella stella nera nel cielo, unico cromatismo familiare, quella stella che si eclissa e si nasconde da me quando si sente vulnerabile.
Le cicatrici sanguinano e niente cicatrizza, niente.
Era tutta un'illusione e l'estate è rimasta lì a marcire nel cuore.
E spunta la luce, crudele e fredda, senza preavviso alcuno, anche se l'aspettavo da tanto.
Provo ad iniziare una nuova giornata.
Mi avvolgo nel mio trench nero ed apro la porta di casa, per un nuovo pallido inizio.
E nel lasso di tempo che separa il dentro dal fuori, la casa dal mondo, me da te, mentre chiudo la porta vedo i miei pensieri..
E all’improvviso mi rendo conto che ho perso una, o forse due dimensioni.
Una è la profondità, ovvero il cuore.
L’altra è la quarta dimensione, quella nascosta, forse l’anima.
Il tempo mi mangia viva.
E lo spazio è una linea piatta ed incolore.
Non c’è la profondità, e infatti non riesco a guardarmi indietro, perché se lo faccio perdo il respiro e la vita si cristallizza in un acuto dolore.
Sto vivendo un attimo che ha parvenza d’eterno..ed è un momento terribile, un intervallo là dove la lancetta di un secondo scatta impietosa graffiando l’anima.
La notte mi nasconde e si porta vià tutto ciò che c'è di peggio.
Quanto male ho fatto, e non c’è rimedio.
Non è vero che non si è se stessi quando si sbaglia, che si ha la testa altrove.
Non è vero.
Io sono io. Anche adesso che sono un mostro.
Per sopravvivere a me stessa lascio nel buio tutto il peggio di me, che ogni volta mi appare più minaccioso e privo d’identità.
I miei peggiori incubi non hanno un volto.
E mi sento d’essere un disegno fatto con disattenzione, che sembra avere una profondità che in realtà non ha.
E un mistero che è stato cancellato via.

2 commenti:

LeDevil ha detto...

Tesorello matto ma lo vuoi dire che hai un nuovo blogggggg??????

che mito :-)

Nikita ha detto...

uèuèuèuèuèuè e che ne so me lo scordo anch'io!!!!